Grande rilievo ha assunto in questi anni la programmazione delle attività espositive che propongono approfondimenti sui temi specifici o generali della produzione artistica.

Sempre più numerose sono le iniziative di divulgazione e di didattica rivolte al pubblico adulto e alla popolazione in età scolare, con proposte e percorsi diversificati per soggetto, durata e grado di complessità. All’interno del museo si forniscono gli strumenti necessari per comprendere i diversi aspetti e le molteplici chiavi di lettura del patrimonio storico - artistico. Al raggiungimento di tali obiettivi contribuiscono le nuove tecnologie, in grado di ottimizzare la gestione degli impianti tecnici, ma anche di dare un prezioso ausilio nella gestione del patrimonio.

A fronte della progressiva crescita delle funzioni museali, della dilatazione della domanda culturale e dello sviluppo della capacità di programmazione culturale di cui molte istituzioni hanno data ampia prova negli anni recenti, il panorama complessivo delle istituzioni museali italiane non appare omogeneo.

Numerosi negli ultimi vent’anni sono stati i censimenti globali delle istituzioni museali promossi dagli organi centrali delle Stato, dalle Regioni e dalle autonomie locali, che hanno tentato di ricostruire una mappa dei musei, delle caratteristiche tipologiche e strutturali, delle condizioni amministrative, delle effettive capacità e delle potenzialità operative, organizzative e conservative. Tali indagini hanno evidenziato un incremento dei musei di nuova istituzione, soprattutto dei musei archeologici, legati all’incessante attività di scavo; dei cosiddetti musei della civiltà o cultura contadina, in gran parte frutto della nuova sensibilità per i temi dell’antropologia culturale e delle trasformazioni in senso industriale della società italiana; delle istituzioni destinate ad accogliere arredi sacri e oggetti di culto ormai privati della loro originaria funzione e fortemente esposti ai rischi di dispersione sul mercato antiquario

In secondo piano rispetto al tradizionale accorpamento dei beni culturali appaiono alcune importanti tipologie di museo, quali l’arte contemporanea, la scienza e la tecnica, l’archeologia industriale e il design.

Non sempre alla ricchezza e alla capillare diffusione delle istituzioni corrisponde un’efficiente situazione organizzativa, soprattutto nei musei piccoli e medi. La ricchezza delle vocazioni museali si disperde spesso nella difficoltà della gestione. Ciò rende necessaria una maggiore attenzione alla pianificazione dei musei di nuova istituzione, alla omogenea integrazione della diverse peculiarità culturali, da un lato per impedire la dispersione dei materiali, e dall’altro per garantire insieme una corretta conservazione e un’effettiva pubblica funzione.

In Italia , infatti, non esiste ancora un Museo Scientifico Nazionale, né tantomeno una grande Galleria d’Arte Moderna contemporanea e però in diverse sedi universitarie, comunali ed anche presso privati si trovano pregevoli raccolte di materiale scientifico (antico e prezioso) o di collezioni d’Arte Contemporanea che meriterebbero una maggiore attenzione da parte dei Pubblici Poteri.

Si tratta di materiale non sempre ben conservato che necessita di catalogazione e di restauro e, salvo alcune lodevoli eccezioni, poco conosciuto spesso anche agli addetti ai lavori e non fruibile dalla cittadinanza; un patrimonio che rischia di andare disperso, se non curato, e che, nello stato attuale, non può assolvere nessun compito di promozione didattica e culturale. Negli ultimi anni, invero, si è manifestato un nuovo interesse per queste raccolte museali. Sono diventate meta di visite da parte delle scolaresche e del grande pubblico, che dimostrano grande interesse per questi aspetti della scienza e dell’arte moderna.

Recuperare, salvaguardare e rendere fruibile il patrimonio esistente, arricchirlo con nuove collezioni, ordinarlo e presentarlo secondo i più moderni funzionali criteri museografici, dotare Catania di una grande Galleria d’Arte Moderna che possa arricchire la città sotto il profilo culturale e contribuire così al progresso delle conoscenze individuali e collettive: è l’idea che in questi anni è andata maturando nei docenti del Corso di Architettura e Composizione Architettonica e oggi trova una proposta nella Tesi di laurea che qui andiamo a presentare. La proposta è concettualmente semplice: realizzare nella zona industriale di Bicocca, lungo l’asse dei servizi previsto dal P.R.G. Piccinato, la costruzione di un sistema multi culturale (facendo così anche un’opera di recupero urbano) comprendente quattro grandi edifici da destinare rispettivamente a Centro Congressi, Teatro - Sala Concerti, Biblioteca Pubblica e infine a una Galleria d’Arte Moderna regionale.

In questa prospettiva il Prof. Arch. Ugo Cantone , l’ing. Mario Costa e gli studenti del Corso di Architettura e Composizione Architettonica dell’A.A. 1991-92 hanno fatto un lavoro egregio identificando nel territorio cittadino la zona da destinare alla costituzione di un tale sistema culturale e proponendo soluzioni scientificamente e funzionalmente valide per l’organizzazione di questo sistema.

Con questa Tesi si è poi fatto un passo avanti sviluppando lo studio della grande Galleria d’Arte Moderna, passando da un’idea ad una fase propositiva concreta supportata da uno studio accurato e minuzioso che può rappresentare, ove esista la "volontà politica", il punto di partenza per una fase operativa che porti alla realizzazione di un’opera che, ne siamo certi, sta a cuore a molti ed è di interesse per tutta la nostra regione.

Vedute del Plastico


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ing. Massimiliano Stazzone
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